"Equinox" segna il ritorno del fiorentino Electric Dreams (questa volta su DreamShore) e, non solo ne conferma il talento già riconosciuto sin dall'esperienza su Geometric Lullaby con "Ecosphere", ma lo consegna in qualche maniera a un livello superiore, costringendo letteralmente l'ascoltatore ad applaudirne tanto le capacità tecniche quanto quelle compositive.

Ricerca: questa la parola chiave che mi è rimasta dentro al termine degli ascolti di "Volume 1", prima prova e debutto solista di Matteo Mariano con il suo progetto solista Macrogramma, attivo fin dai primi anni 2000 sia in ambito di musica per installazioni che in sound design. Contemplazione e riflessione sul concetto di IO in un connubio da riascolto continuo.

Macrogramma, dimostra di essere, ancora una volta, molto fine, ricercato e, se dovessimo cercare dei rifermenti intrinsechi, c'è soprattutto l’estro di un artista che non ama affatto ripetersi e che sfugge da tutti i raffronti possibili con gli altri nomi del panorama ambient nostrano.
Citando il mio amico Phoan: "non solo un modo per evadere, ma uno spazio per poter riflettere o sognare.", verissimo. 10/10!

Fatevi un segno della croce benaugurante e una bella tabula rasa di tutti i pregiudizi che potete avere sul non-suono e sulla anti musica. Specie se ha le fattezze di un pezzo come Der weiße Teufel, la perfetta colonna sonora di un incubo senza fine.
Oltre la metà della durata complessiva invece va ascritta alla lunga Apophenia, una vera e propria chicca che si fa carico di sintetizzare al meglio il concetto di distorsione della realtà. Perfetto per guide o riflessioni notturne in solitaria.

Dopo soli 2 EP Phoan rilascia la prima raccolta di idee confezionando il tutto in un elegante cassetta autoprodotta.
Tra gli apici vale sicuramente la pena di menzionare What does it mean to be human?, un chiaro omaggio a Blade Runner e, Primary instincts, un brano dove troviamo quella percezione quasi infantile o meglio, primordiale, di gioia e divertimento. Tirando le somme, posso constatare che ci troviamo di fronte a un artista poliedrico. Ascoltare per credere!

Il caos delle metropoli orientali, nelle sue profonde contraddizioni, nelle sue spinte al futuro e nelle sue irrealizzabili smanie nostalgiche, nonché nella piccolezza dei desideri e nella spettacolarizzazione della banalità, condensato e interpretato in un fastoso affresco musicale di quaranta minuti e rotti magistralmente registrati su una ritrovata VHS anni 90: la potenza di questa immane sinfonia cittadina difficilmente riuscirà a suscitare indifferenza. Uno dei migliori album vaporwave!